blog di Riccardo Gramegna

giovedì 28 ottobre 2010

Il matrimonio e’ la tomba dell’amore?

Mentre “a casa di Paola” (il programma di Paola Perego su RAI1, al pomeriggio) oggi si parla di matrimonio come la tomba dell’amore e si resta in superfice, dicendo che per ‘amore’ si intendono le nozze, mi domando, insieme ad almeno un milione di italiani,….e’ l’amore che muore? E il matrimonio la sua tomba nella quale imputridisce?

Se per amore si intendono le ‘nozze’, e’ chiaro che si allude alla sua fine con la separazione ed il divorzio, ma e’ anche vero che se le nozze sono vive finche’ morte non separi i coniugi, la morte di uno dei due diventa ovviamente la fine dell’amore, inteso come nozze.
Se invece si intende l’amore come infatuazione, come passione, e’ ovvio che la frase rappresenta la fine di quell’amore acerbo e superficiale e la costruzione di un amore solido e maturo, basato sul rispetto e la complementarieta’, sulla fiducia e la cooperazione nel tirare su famiglia.
Gia’ la situazione economica generale scoraggia la formazione di nuove famiglie e quindi la nascita di bambini, ma se anche il servizio pubblico presenta il matrimonio come la tomba dell’amore, scoraggiando gli innamorati ad unirsi in una nuova famiglia, cosa c’e’ dietro? qual’e’ la strategia di fondo…?
Forse i cervelli al servizio del potere ci stanno pilotando verso una societa’ di single? Perche’ il single consuma di piu’ e piu’ liberamente, mentre gli sposati si frenano a vicenda e tendono ad essere consumatori consapevoli e risparmiosi? E’ per questo che gossip e tabloid che parlano dei vip, sottilmente promuovono la singlitudine, la precarieta’ e le infedelta’ dei rapporti d'amore?
E’ proprio messo cosi’ male il sistema, basato sul consumismo, che ha bisogno di creare incentivi a spendere da single con la rottamazione dei matrimoni?
E’ vero che il fisco ha meno entrate, se tutti consumano di meno, e sa lo stato che se gli mancano le entrate deve tagliare le sue spese, ridimensionare i progetti e i servizi e confrontarsi con lo scontento popolare per promesse disilluse, con la caduta del consenso e la perdita dello scranno del potere, ma una societa’ di single che hanno seppellito l’amore non ha molto futuro… anche perche’ di soldi ce ne sono meno, e in verita’ la gente consuma meno perche’ ha meno euro da spendere e vede nero nel futuro.
Invece di dar per morto l’amore, forse sarebbe meglio dichiarare il fallimento del sistema, per debiti, insolvenze e incapacita’ degli amministratori e dei politici, rei, provati, di falso ideologico.

Hanno creduto all’idea che il modello occidentale dell’economiafosse quello buono e giusto, mentre invece era basata sulle idee di due balordi, due economisti visionari e miopi, Adam Smith e John Meynard Keynes, idee balzane che non hanno prodotto salute, serenita’ e liberta’ per tutti, ma sofferenze ed ingiustizie per molti.

Quando si capisce di aver preso un’abbaglio e di aver sbagliato strada, si deve avere l’umilta’ di ammetterlo e portare i libri in tribunale. Anche i comunisti dell’est hanno dovuto arrendersi al fallimento del loro esperimento ed oggi, nel mondo, il comunismo e’ dato per estinto.

La fine del capitalismo, consumismo, liberismo, la fine del pensiero keynesiano, e’ un trauma inevitabile e tutti i tentativi di rallentare il processo di degrado sono solo palliativi sintomatici, stimolanti una ripresa che si sa essere soltanto un’illusione.

Il sistema posa le sue vecchie fondamenta su terreni diventati virtuali sabbie mobili e non puo’ reggere piu’ di tanto.
Era un’idea perversa, quella dei due economisti anglosassoni, perche si basava su una debolezza umana, l’avidita’, che era, secondo Adam Smith, l’energia che avrebbe eternamente fatto girare il motore dell’economia mondiale.
L’avidita’ del profitto dei produttori e l’avida stupidita’ della gente che avrebbe comprato i loro prodotti.
Lo stato, burocrazia, politici e collegati avrebbero prosperato e governato con le politiche fiscali ideate da John Meynard Keynes, il sistema delle banche, e la competizione come stimolante.
Gioco fatto, tutti contenti, girano i soldi e c’e’ lavoro per tutti.
Una visione positiva del futuro… Per questo ci hanno creduto in tanti.

Adam Smith e John M.Keynes…
Il sistema economico dell’occidente si fonda sulle semplici idee di questi economisti del diciottesimo secolo, che vivevano in un altro mondo, un mondo vecchio che non c’e’ piu’. Non avevano coscienza dell’ambiente, non riuscivano ad immaginare le conseguenze negative che lo sviluppo, che avevano pensato con ottimismo, avrebbe creato,con l’andar del tempo, per l’uomo e per il pianeta. Per loro l’India era lontana,per esempio, solo una colonia dell’impero che aveva materie prime, come il cotone, da sfruttare e da usare per far partire cosi’ la rivoluzione industriale… avevano dei sogni di crescita, di sviluppo, di potere.

Non li voglio criticare e tanto meno giudicare… erano uomini, probabilmente avidi e poco lungimiranti, e non voglio neppure condannare quelli che hanno dato credito alle loro tesi e hanno assunto, in buona fede, la responsabilita’ di disastri e sofferenze che hanno determinato con le loro decisioni. Sia loro perdonato, ma confessino… abbiamo sbagliato e si arrendano all’evidenza… e’ finita l’illusione.

Sono certo che il risveglio sara’ un trauma superabile e ci sara’ un rinascimento di idee nuove, di solidarieta’, di una nuova civilta’.

Quando ho studiato economia alla Bocconi, ho capito i principi fondamentali con i quali il sistema era congegnato, e ho deciso che non avrei mai collaborato con quell’illusione, quella non-verita’, quella truffa colossale.
Non un sistema che puo’ essere adottato da tutta l’umanita’… il pianeta non lo regge e non reggono neppure le regole del gioco dettate nel passato… quando c’era poca consapevolezza e poca coscienza. Quel progetto era viziato dall'idea di sfruttare l'avidita' senza coscienza degli europei che sterminavano i nativi nelle americhe... L’umanita’ e’ andata avanti, le tecnologie hanno cambiato e accelerato il tempo, e si e’ espansa la coscienza… siamo nel ventunesimo secolo!

E’ ora di cambiare e ben venga il cambiamento!

La paura che non ci siano alternative e’ il freno che rallenta, ma sappia il lettore che io penso che alternative ce ne sono molte e, al momento giusto, nei posto giusti, emergeranno persone giuste, con idee giuste, che faciliteranno la conversione. E’ difficile prevedere come e quando il sistema occidentale giungera’ al suo collasso, anche se, come la fine del comunismo e’ associata al crollo del Berlin Wall,il muro di Berlino, molti prevedono che la fine del capitalismo potrebbe avvenire con il crollo di Wall street (e chi e’ digiuno dell’inglese sappia che Wall vuol dire muro) e che la pace in medio-oriente vedra’ demolito il muro che racchiude Israele.
Sara’ solo psicologico, il terremoto, e ovunque le comunita’ si organizzeranno in solidarieta’ e cooperazione, come dopo un terremoto, di tali vaste proporzioni che nessuna comunita’ puo’ aspettarsi dei soccorsi dall’esterno.
Valori vecchi non avranno piu’ valore e nuovi valori emergeranno, i primi saranno ultimi e gli ultimi saranno l’avanguardia, e sara’ un grande cambiamento non-violento, alla fine positivo, per la vita dell’umano sul pianeta e, piu’ che una catastrofe, sembrera’ una liberazione.

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